Il Coaching è l’arte di aiutare
le persone, senza interferire
con la loro vita
Nella mia lunga carriera di mental coach, ho scoperto con gli anni che il mental coaching può essere definito in più modi. Ecco i “volti del coaching” che via via si sono “svelati” ai miei occhi.
Per me il mental coaching è innanzitutto uno strumento educativo, che interpreto così: “ è l’arte di educare le persone, senza interferire con la loro vita “. Stabilire una “intima distanza” con l’altro, che faccia sentire l’altro compreso, supportato, sponsorizzato, ma mai giudicato, né in modo positivo né in negativo. Un approccio di tal genere genera lo sviluppo del potenziale di entrambi, non solo del coachee. Senza soluzioni preconfezionate, senza filtri, senza “programmi”.
Il mental coaching è l’arte di spingersi oltre i propri limiti , ma prima ancora è l’arte di riconoscere con umiltà i propri limiti.
Il mental coaching è un una professione, basata su un processo preciso , che parte dalla messa a punto degli obiettivi , delle strategie e delle azioni , per giungere alla realizzazione di risultati , spesso oltre quanto previsto
Oltre che una professione, il mental coaching è un approccio utilizzabile nel proprio lavoro e nella vita di tutti i giorni, non occorre essere mental coach esperti o professionisti per praticarlo in ogni situazione. Usato come approccio, il mental coaching è in grado di arricchire e valorizzare sé stessi e gli altri, il proprio lavoro e le relazioni interpersonali.
Il mental coaching è l’arte di far crescere le persone responsabilizzandole, fa evolvere le società e la società, perché valorizza l’individuo e lo sprona a migliorare, in modo costruttivo e utile al sistema. Il mental coaching è un viaggio alla scoperta di sè, strumento di sviluppo sia per il mental coach che per il coachee, che consente ad entrambi di scoprire parti di sé inesplorate e sorprendenti.